Abbiamo inaugurato anche oggi una mostra particolarissima e coinvolgente, che parla di luce, di atmosfera, di mondo…”Arrivo. Partenza. Sosta. Notte. Luci e buio. Sono gli elementi costitutivi di un paesaggio contemporaneo, in grado di identificare il nostro mondo occidentale urbanizzato. E’ puntare lo sguardo sulla realtà di uno spazio abitato da una umanità in corsa perenne, che ha completamente trasformato nel tempo, attraverso l’evoluzione tecnologica, i tradizionali connotati dell’ambiente naturale” (dalla presentazione di Carmela Perucchetti).
Le opere dell’artista veronese Francesca Tiso Mora ben si presterebbero ad accogliere una serata di filosofia e anche di teologia sul tema della metafisica della luce. Roberto Grossatesta, al pari di Bonaventura, ritiene che la luce irraggiata agisca come forma comune motrice, capace di regolare e conservare le cose, i corpi…come se l’aria fosse il veicolo che la trasmette e che, incorporandosi nella materia, abbia la capacità di penetrare fin nel cuore della terra, dove presiede alla formazione dei minerali e delle pietre prezione, luminose appunto, traslucide, esattamente perchè hanno trattenuto uno dei diversi colori della luce.
In una prospettiva agostiniana, dove la sensazione è il manifestarsi all’anima di una passione subita dal corpo, il medium luminoso permette il collegamento fra l’anima e il corpo.
C’è un mondo, fuori. Esso non ha tempo di attendere…Allora sarò io ad essere coinvolto dentro questa dinamica di luce, guardando i volti delle persone che mi passano accanto…